Realizzazione di una cava Cava a cielo aperto
Le indagini geologiche preliminari per la realizzazione di una cava dovranno fornire una conoscenza approfondita di tutte le caratteristiche geometriche, chimiche, mineralogiche e petrofisiche della risorsa e del territorio in cui essa insite.
Cava a cielo aperto
Una cava di calcare su Monte Scalpello, in provincia di Enna
É importante sottolineare che una cava deve essere intesa come un ben preciso intervento sul territorio, definito spazialmente e di durata limitata e che dovrà costituire una nuova configurazione ben inserita nel contesto ambientale e compatibile con la destinazione d'uso del territorio.
Accanto perciò al tipo di impostazione di uno studio preliminare e di elaborati necessari per la progettazionedi un'attività estrattiva e ad una panoramica estremamente sintetica sui metodi di coltivazione è indispensabile oggi accennare ai problemi di impatto ambientale legati a questo tipo di attività, con una analisi dei diversi tipi di impatto, in rapporto agli elementi che li determinano, e ad alcuni suggerimenti sulle tecniche di bonifica e di recupero finale.
Un team di geologi siciliani per indagini geologiche in tutta la Sicilia
Si riporta di seguito la metodologia operativa.
- Localizzazione dell’area di studio su base cartografica 1:5.000 (Carta Tecnica Regionale) con indicazione del/dei numero/i dell’elemento/i (il numero è composto da 6 cifre di cui le prime tre sono relative al Foglio IGMI in scala 1:50.000).
- Rilevamento geologico, geomorfologico e strutturale dell’area in esame.
- Redazione delle seguenti carte tematiche in scala minima 1:2.000 su base topografica C.T.R. o piano quotato a curve di livello opportunamente rilevato:
- geomorfolitologica;
- idrogeologica;
- dell’uso attuale del suolo;
- dei vincoli gravanti sul territorio oggetto di studio.
- Programmazione ed esecuzione di una campagna di indagini dirette (sondaggi geognostici, prospezioni geofisiche di superficie) volta alla determinazione degli spessori e della consistenza delle coperture nonché alla definizione della natura litologica e dello stato meccanico dei terreni oggetto di escavazione. Il numero di indagini dirette è funzione del numero di indagini preesistenti e della complessità geologica e geomorfologica ma non può prescindere dalla caratterizzazione litostratigrafica e geotecnica minima per ciascuna facies litologica, dall’analisi puntuale in corrispondenza dei settori destinati agli interventi previsti per lo svolgimento dell’attività (aree di coltivazione, di deposito, di discarica, impianti di lavorazione, strade di accesso, piste, rampe, edifici al servizio dell’attività ecc.). La profondità delle indagini dovrà consentire la ricostruzione di almeno 1 profilo geologico schematico per ogni 10 ettari di superficie con indicazione degli elementi geologico- strutturali rilevati o ipotizzati;
- Rilievo geomeccanico eseguito secondo le procedure ISRM da restituire in uno specifico elaborato testuale (relazione geomeccanica); in esso dovranno essere evidenziate le caratteristiche geometriche dei sistemi di discontinuità rilevati, la tipologia di giunto, la rugosità e la loro persistenza, le caratteristiche del materiale di riempimento, la presenza d’acqua nonché le caratteristiche di resistenza uniassiale della roccia (mediante martello di Schmidt). Il documento dovrà essere corredato da schede di rilevamento, immagini e sketch, ciclografiche modali, diagrammi polari puntuali ed interpolati. Ciascuna stazione di rilevamento dovrà essere georiferita su base CTR. Il documento dovrà essere completato da una ricostruzione assonometrica o prospettica del corpo di cava (anche attraverso tecniche di rendering digitale) con posizionamento spaziale dei domini strutturali.
- Repertorio fotografico a colori d’insieme e di dettaglio dell’area di intervento con indicazione in planimetria dei punti di ripresa delle immagini.
- Redazione di profili geolitologici significativi (il numero di profili è definito sulla base delle indicazioni contenute nel precedente punto 4) con ubicazione delle indagini in scala quadra minima 1:2.000 su base topografica C.T.R. o piano quotato a curve di livello opportunamente rilevato.
- relazione di sintesi sullo stato dei luoghi attuale, sulle caratteristiche geomorfologiche, paesaggistiche, idrogeologiche e litologiche dell’area con indicazioni circa l’assetto finale dell’area, con particolare riferimento alle dimensioni delle gradonature ed all’angolo di riposo della coltre vegetale di ripristino, ovvero di ogni eventuale opera finalizzata al ripristino ambientale ed al recupero delle caratteristiche paesaggistiche.
- Elencazione, anche in forma sintetica, di tutti gli obblighi e delle prescrizioni da osservare in relazione alla coltivazione della cava ed al successivo ripristino sotto il profilo geologico ed ambientale.
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Nei casi di procedura V.I.A. si rimanda alle norme che regolano la procedura d’impatto ambientale. In particolare andranno distinti i singoli elaborati per il piano di coltivazione ed il ripristino ambientale; quest’ultimo dovrà espressamente prevedere indicazioni riguardanti:
- il modellamento dei fronti di cava secondo gradoni la cui altezza e pendenza siano tali da consentire un opportuno raccordo delle superfici di nuova formazione con quelle dei terreni circostanti;
- la sistemazione idrogeologica dell’area atta ad evitare frane o fenomenologie erosive spinte (ruscellamento diffuso o per rivoli) nonché le misure di protezione dei corpi idrici suscettibili di inquinamento;
- la ricostruzione dei caratteri generali ambientali e naturalistici dell’area, in armonia con la situazione preesistente e circostante, normalmente attuata mediante il riporto di un congruo strato di terreno di coltivo o vegetale e la semina o la piantumazione di specie vegetali autoctone. Nei casi di progettazione integrale di un’attività estrattiva, suo ampliamento, ripristino ambientale, il presente standard di riferimento è da integrarsi con quanto disposto dalla normativa vigente in materia di Miniere, risorse geotermiche, cave e torbiere, acque minerali e termali, uso delle risorse idriche.
recupero ambientale cava
Un'ipotesi di recupero ambientale per la cava di Monte Scalpello